9788884101020
90
12,00
Il diforàno, 20
«L'arma propria» è libro di ripensamento e di intenso ripiegamento interiore, attraversato però da un sentimento di forte passionalità sociale. In questa sorta di ragionamento in versi, prosa, canzone, ballata si alternano, slittando l'una nell'altra, in
un suggestivo e coinvolgente giuoco d'immagini e parole (Luigi Fontanella - The
State University of New York).
L'Arma propria (quella sempre impugnata dai poeti) è la possibilità di usare la parola
poetica come strumento di conoscenza del reale, come confronto con l'immaginario
e il simbolico. Questo libro costituisce soprattutto un tentativo di azzeramento vocale
e semantico, rivolto com'è verso la problematica prospettiva di un saper ricominciare
sempre da capo. Dopo il mistilinguismo forte e la vasta polifonia sperimentale in Il
terzo amante di Lucrezia Buti (2000) e il ritorno alla tradizione della lirica d'amore
in Il sapere degli amanti (2005), L'Arma propria rappresenta un nuovo inizio.
L'idea di fondo dell'opera è legata alla possibile autenticità di un progetto poetico
che pur senza rifiutare il suo passato (culturale e morale) si propone di attraversarlo
mediante uno sforzo di riflessione sul destino della parola in un'epoca in cui
l'immagine (reale o virtuale) trionfa. L'avvenire della poesia, dunque, ma anche
quello dei poeti prossimi venturi, è il nodo centrale intorno al quale si dipanano e si
intrecciano le diverse dimensioni (e linearità) di genere che attraversano il libro. La
lirica, l'epigramma, l'imitazione, la parodia, l'epica e la poesia d'amore vi sono tutti
egualmente rappresentati, in nome di una visione generale del destino poetico di una
civiltà che solo dalla commistione linguistica e culturale potrà trovare nuova linfa e
nuove possibilità di sopravvivenza.