• Storie
88-8410-037-2
120
15,60
Biblioteca Clinamen, 3
Un pittore aretino che dipinge la sua anima, apparsagli in una mistica visione; un altro che incontra il suo doppio in una pinacoteca perugina: l'Italia fa da sfondo ai due principali racconti di Dante Gabriel Rossetti, poeta-pittore di origini italiane che, pur essendo, come lo definì Evelyn Waugh nella sua biografia (1928), «uomo del Sud, sensuale, indolente ed estremamente versatile, esiliato nella vita ristretta, affannosa, settaria di una città del Nord», non visitò mai il paese d'origine perché detestava allontanarsi da casa e, si dice, odiasse i treni. In questi racconti, pubblicati in traduzione italiana per la prima volta, si ritrovano tutte le caratteristiche della pittura e della poesia di Rossetti: la sensuale Beatrice di ispirazione dantesca e la malefica Ligeia del gotico di Poe. Leggere la prosa di questo autore, la cui opera è spesso passata in secondo piano rispetto alla singolarità della sua vita, significa entrare in un mondo di sensualità e di raffinatezze, pieno, nello stesso tempo, di suggestioni funeree. Il volume propone anche le interessanti testimonianze del fratello William Michael, l'«uomo normale» di casa Rossetti, e di Theodore Watts-Dunton, «lo spegnimoccolo di Swinburne» (secondo la definizione che ne fornì Mario Praz), che contribuiscono a delineare una personalità complessa: un monarca nella casa al 16 di Cheyne Walk, un uomo tormentato nel cuore e nella mente.