Questo libro propone una concezione atea fondata su un idea di realtà plurale e differenziata. L'argomentazione si incentra su una visione dualistica dell'uomo: il soggetto umano è: visto confrontarsi, per un verso, con la propria "materialità" e, per un altro verso, con la sfera dei sentimenti e delle emozioni, sfera che, rispetto quella "materialità", mostra una proria autonomia. In tale prospettiva, la mente non viene scorta quale entità unitaria, bensì assume i connotati di una struttura plurifunzionale integrata, in cui la psiche, la ragione, l'intelletto e l'idema (il nucleo stesso dell'individualità) sono connessi e al contempo indipendenti. La teoresi a ciò conseguente (il dualismo reale) viene definendosi secondo i caratteri di un esistenzialismo ateo pragmatico che delinea un orizzonte antropico post-materialistico. Su questo sfondo, l'uomo acquisice il senso del proprio esistere attraverso una rilettura della fenomenologia degli affetti, delle emozioni estetiche, delle istanze etiche, dell'entusiasmo della scoperta e dell'aspirazione alla conoscenza.