In principio è lo scandalo, la spinta a fare del male. La storia umana comincia infatti con una scelta, la violenza. La direzione di questa scelta è il regno dei morti, la cui declinazione contemporanea è la città della tecnica: ricoperta da materiali morti, nulla sembra sopravvivere al suo ritmo insostenibile.
La catabasi, però, non è mai definitiva. La speranza resiste alla fine di tutte le consolazioni. C’è sempre un particolare, un dettaglio grazie al quale la distruzione non ha la meglio sulla comunità dei viventi. Emergono così le figure della libertà: l’anarca, l’incognita, il mistero, l’animale.