La neuropsicoanalisi nasce negli anni Novanta del secolo scorso come tentativo di gettare un ponte tra i metodi, le scoperte e le teorie della mente proprie della psicoanalisi, su un versante, e le neuroscienze, su un altro. Sulle orme di Freud, Mark Solms, pioniere di questo campo transdisciplinare, afferma che qualsiasi metodo che provi a ridurre i fenomeni mentali a fenomeni neurali non è fecondo per la ricerca, così come non è fecondo il rifiuto aprioristico di un incontro tra psicologi/filosofi della mente e neuroscienziati.
In questo libro si prendono in esame le radici storiche della neuropsicoanalisi a partire dagli sviluppi della neurologia di metà Ottocento; si delineano i fondamenti del paradigma neuropsicoanalitico in riferimento ai suoi nuclei filosofici, alle sue basi empiriche e ai suoi obiettivi clinici; infine si attraversa lo scivoloso terreno relativo al problema della coscienza e se ne sottolinea la referenza non alle strutture corticali del cervello, come generalmente si ritiene, bensì al tronco encefalico e alle aree sottocorticali, quindi in parti anatomiche evolutivamente più antiche.
L’obiettivo generale del presente lavoro è quello di mettere in luce la vitalità di un modello - che è un paradigma teorico e, al contempo, un approccio clinico - in grado di tenere insieme, in un dialogo di scoperta e di ricerca, le due grandi dimensioni di indagine del mentale: quella neurologico/neuroscientifica e quella filosofico/psicoanalitica.