La Città in cui l’uomo tardo-moderno vive è il tempio eretto alla sacralità di una globale equivalenza. La peculiarità delle differenti esperienze e memorie viene neutralizzata ed omologata in un melting pot di falsa eguaglianza. Le abitazioni sono oramai votate ad un utilizzo semplicemente funzionale alla riproduzione sociale, e «gli uomini che sono costretti a vivere nelle condizioni sopra descritte» – annota Konrad Lorenz – vanno incontro ad una atrofia estetica e morale. «La totale cecità psichica di fronte alla bellezza in tutte le sue forme, che oggi dilaga ovunque così rapidamente, costituisce una malattia mentale che non va sottovalutata, se non altro perché va di pari passo con l’insensibilità verso tutto ciò che è moralmente condannabile». Ma nella bellezza negata e nella insensibilità morale continuano a risiedere, ben celate agli occhi dei più, una ineffabile bellezza ed una utopia morale.
Questo libro, che pone a confronto una scrittura tecnica ed una scrittura filosofica, tenta, per quanto gli è possibile, di rendere manifesto quel che è nascosto.