Nonostante la straordinaria attenzione dedicata al corpo – e alla sua “cura” –, il nostro tempo in realtà non comprende la complessità e l’estrema ricchezza che gli sono peculiari. Attraverso il riferimento ad autori come Schopenhauer, Heidegger, Sartre e Lévinas, l’autrice sottolinea in questo lavoro la duplice valenza, esistenziale e vitale, del corpo, tanto sotto il profilo del riferimento a Sé, quanto sotto il profilo (pratico e morale) dell’apertura all’Altro. In particolare, l’eros e il dolore vengono qui presentati come prioritarie esperienze mediante le quali poter riscoprire, proprio grazie alla valorizzazione della corporeità del Sé e dell’Altro, la inestricabile e insopprimibile dialettica tra identità e differenza.