«Micheletti traccia il profilo meditato di un’arte disarmata, di una poesia che sappia educarsi alla “bellissima ne-gligenza” di cui parlava Leopardi, il quale vedeva negli antichi gli interpreti di un’arte ingenua, noncurante dell’errore e della disattenzione per il vero. Negligente e disarmata, la poesia può aprirsi all’immaginazione e al- le libere vie del sentire, guardare alla vita con semplice incanto e senza scopo, da un punto disperso e disancorato del viaggio» (dalla Prefazione di Bonifazio Mattei).
Ma cosa c’entra quella «bellissima negligenza» di Leopardi con i maestri immaginari, poeti e metafisici, di Fernando Pessoa e Antonio Machado? Il libro di Micheletti, ricostruisce un affascinante percorso di colleganza, proprio tra Pessoa e Machado, i loro immaginari maestri e la traccia leggera lasciata da Leopardi, con il suo richiamarsi alla negligente innocenza della poesia, al suo disincanto ed al suo possibile dischiudersi in mondi diversi.