• Non si può più attendere
Copertina
9788884102294
80
12,90
La Biblioteca d'Astolfo, 25
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La Biblioteca d'Astolfo, 25

 

Drieu ha sotto gli occhi un campo di macerie: quello della democrazia liberale, del comunismo e del fascismo. La situazione dell’Europa è tragica, senza prospettive. Il tempo sta finendo. La responsabilità non è sempre e solo degli altri. La responsabilità è sempre e soprattutto personale: «Io, io dico: so che mi sono comportato come un maiale da quando sono diventato un uomo; io sono radicale. Non sono stato un buon cittadino, non sono stato un buon soldato. Io mi domando se saprò essere un buon europeo». Drieu ha perso la guerra e se ne vergogna: «Non sono di quelli che dicono: “Gli altri hanno fatto questo, gli altri non hanno fatto quello”. Loro, loro, loro. No, io, io dico: io. Sono io che ho fatto la guerra, era la mia guerra e io ho perduto la mia guerra, personalmente. Per questo ne ho vergogna, una terribile vergogna». Quale guerra ha perduto Drieu? Quella per la conservazione della civiltà occidentale. Prima del definitivo tramonto c’è tuttavia ancora una possibilità: «L’unificazione economica dell’Europa, dell’Africa e del Vicino Oriente» insieme all’«unificazione politica che garantisca questa unificazione economica», in modo tale che si possa «trovare la gestione moderna di una larga autarchia, tra i relitti del socialismo e del liberalismo».