Estromesso dalla manualistica accademica, nonché spesso relegato nell’angusto spazio della “cattiva letteratura”, il pensiero di De Sade continua ad essere frainteso e giuocato tra disinvolture interpretative, reiezioni pregiudiziali, oppure riduzioni a mere suggestioni esteriori. Il presente saggio, invece, sviluppa un’attenta esegesi degli scritti sadiani, sottoponendo ad analisi e ad approfondimento il substrato filosofico sul quale il divin marchese ha eretto larga parte del suo corpus letterario e documen-tandone attentamente le fonti, con uno sguardo costantemente rivolto al contesto storico e culturale del Settecento francese. Dal lavoro di Ranalli emerge, così, l’immagine d’un filosofo e di un “intellettuale” che, mediante l’artificio letterario e retorico del romanzo, sa affrontare le questioni più spinose e complesse del tardo Illuminismo e che, ampliando le intuizioni più radicali della tradizione materialistica e libertina, compendia nelle opere maggiori un pensiero tanto organico e profondo quan-to abissale e distruttivo, aristocratico ed elitario, frutto di un’intelligenza e di una sensibilità erotiche difficilmente riscontrabili presso altri autori.