«Siamo dinnanzi ad un capolavoro assoluto, ma di quelli che segnano davvero (per servirci del linguaggio dei velisti) un
turning point della poesia moderna: là dove realtà e simbolo stupendamente coincidono, dove il verisimile è trasfigurato senza per questo cessare d'essere assolutamente credibile. Ma siamo anche dinnanzi ad uno dei vertici esemplari della tutta contemporanea
disperazione, del tutto nostro fraterno
dolore. La Ballata è davvero il Libro di Giobbe dell'era moderna: e il Vecchio Marinaio è realmente Job, "colui che è oppresso", il pastore seminomade della terra di Uz alle prese con (Dio) Shaddai, impietosamente trafitto dalla perenne domanda senza risposta: "Forse che Giobbe teme (Dio) Shaddai per nulla?"» (dalla Premessa di Guido Davico Bonino).
Questa nuova, emozionante, versione del celeberrimo Rime di Coleridge, magistralmente curata da Giuseppe Leone, è condotta sul testo definitivo del 1834, anno della morte del Poeta. Il volume presenta anche, a fianco della traduzione italiana, l'originale inglese.