La teoresi di Heidegger è “stravagante”: “vaga” oltre il discorso filosofico durato-finora in cerca di un
pensiero in grado di farsi “più pensante”. Nel sottoporre a critica il discorso metafisico in quanto discorso nichilisticamente connotato, Heidegger ripensa la composita fisionomia esistenziale dell’uomo e il suo altrettanto composito rapporto con il mondo, recuperando così, ancorché in maniera non sempre dichiarata, esperienze filosofiche cruciali come sono quelle di Agostino, di Kant, di Schopenhauer e di Kierkegaard.
Nel porre in evidenza proprio l’originale ricezione di tali esperienze, nonché l’altrettanto originale tentativo di svincolarsi dalla modernità, dal suo essere superficiale e nichilistica “epoca dell’immagine del mondo”, il presente lavoro ricostruisce il percorso etico e teoretico che Heidegger delinea al fine di pervenire a un’autentica comprensione dell’Esserci. È in tale contesto che vengono nello specifico affrontate questioni fondamentali come quelle legate all’angoscia, alla morte e al tempo. Tuttavia, questo lavoro sottolinea anche quanto quello heideggeriano sia discorso declinato in una duplice fisionomia di eccedenza / appartenenza poiché, nonostante discorso altro rispetto al discorso durato-finora, si tratta irrimediabilmente di un discorso che, proprio in quanto discorso, non può che reiterare il carattere logico/razionale (e, dunque, metafisicamente connotato) peculiare appunto di quella tradizione che pur si vuole superare.
Sommario
2. metafisica della soggettività e fenomenologia ermeneutica
1. “Sein”, ovvero ontologia
2. “In-der”, ovvero “In-Sein”
3. “Welt”, ovvero “Weltlichkeit”
1. Verità e non-verità
2. Tra erranza e dispersione: Heidegger e Agostino
3. Chiacchiera e curiosità
4. Gettatezza e deiezione
1. La chiamata della coscienza
2. L’angoscia del nulla
1. Premessa, p. 115
2. Il tempo cronologico
3. Il tempo kairologico
4. Autenticità e morte